Palazzo Gambirasi: Un simbolo del Rinascimento e Barocco Romano

Palazzo Gambirasi è un esempio significativo dell’architettura rinascimentale e barocca a Roma, situato in una delle aree più affascinanti della città, nei pressi del Chiostro del Bramante e della Chiesa di Santa Maria della Pace. La sua costruzione attraversa più fasi, riflettendo i mutamenti architettonici e sociali che caratterizzarono la città durante il XVI e XVII secolo.
XVI SECOLO
Il contesto storico e culturale del XVI secolo
La costruzione di Palazzo Gambirasi iniziò in un momento cruciale della storia romana, durante il XVI secolo, un'epoca di grande fermento culturale e artistico. Roma stava vivendo una rinascita economica e culturale, sostenuta dai papi e dalle famiglie nobili, che commissionavano importanti opere architettoniche. L'area attorno al palazzo, vicino al Chiostro del Bramante, rappresentava uno dei fulcri della cultura rinascimentale. Roma, in questo periodo, era un centro vitale per artisti, architetti e mecenati, diventando una città simbolo del Rinascimento italiano. Palazzi come il Gambirasi non erano solo residenze, ma veri e propri monumenti di prestigio, contribuendo a creare l'identità culturale romana. Le famiglie che abitavano in queste dimore erano parte integrante del tessuto sociale e artistico della città, con un’influenza duratura sulla sua evoluzione.
XVII SECOLO
La trasformazione barocca: il contributo di Giovanni Antonio De Rossi

La storia architettonica di Palazzo Gambirasi si intensifica nella seconda metà del XVII secolo.

  • 1657: Inizia la demolizione di case medievali per far spazio al nuovo palazzo. Il motore economico dell'operazione fu Papa Alessandro VII Chigi e il facoltoso privato bergamasco Donato Gambirasi.
  • 1658: Viene commissionato l'architetto Giovanni Antonio De Rossi per la progettazione della prima fase del palazzo, con l'ingresso principale su via della Pace. Durante questa fase viene costruita anche la scenografia urbana di Pietro da Cortona.
  • 1660: De Rossi completa la sua fase principale del progetto, e il palazzo diventa un esempio di eleganza barocca nel cuore di Roma.
  • 1665: Gambirasi acquista ulteriori case sull’Arco della Pace, ampliando il palazzo verso via dei Coronari, incorporando anche la scala cortoniana a base trapezoidale.
  • 1670: Si conclude la seconda fase del palazzo, con la completa trasformazione del tessuto medievale e l'integrazione della scala monumentale.
XVIII SECOLO
Gli interventi successivi: Antonio Barbey e la sopraelevazione
Nel XVIII secolo, l'edificio continuò a subire modifiche significative. Nel 1702, l'architetto Antonio Barbey fu coinvolto in un'operazione di ristrutturazione, con probabili interventi sugli spazi interni e sulla decorazione. Barbey, noto per il suo stile sobrio ma elegante, adattò il palazzo ai nuovi gusti architettonici del periodo barocco avanzato. Inoltre, nel 1710, venne decisa la sopraelevazione della facciata cortoniana a sud, aggiungendo nuovi piani per rispondere alle esigenze abitative dell’Ospedale di Santa Maria dell'Anima, che acquisì l'intero edificio tra 1699 e 1732.
XIX SECOLO
Una residenza neoclassica: Giovanni Azzurri
Nel XIX secolo, il palazzo acquisì una nuova importanza grazie alla residenza dell'architetto Giovanni Azzurri nel 1858. Azzurri, esponente dell'architettura neoclassica, apprezzò l’eleganza del palazzo, che nel corso dei secoli aveva accumulato uno straordinario patrimonio artistico e storico.
XX - XXI SECOLO
Conservazione e adattamento nel XX e XXI secolo
Durante il XX secolo, come molti altri edifici storici di Roma, Palazzo Gambirasi ha probabilmente subito interventi di restauro conservativo per preservarne l’integrità architettonica. Questi restauri erano necessari per adattare il palazzo alla modernità, rispettando al contempo le normative sul patrimonio culturale.

Oggi, nel XXI secolo, Palazzo Gambirasi rimane una testimonianza importante dell’architettura rinascimentale e barocca a Roma. L’edificio è probabilmente tutelato e considerato parte integrante del patrimonio storico della città, continuando a essere oggetto di interesse culturale e turistico, sebbene il suo uso possa essere limitato da regolamenti stringenti sulla conservazione degli edifici storici.